DIOCESI DI PALERMO

Personaggi

La vita e le opere degli artisti, degli artigiani e dei personaggi, vicini alle vicende storico-artistiche della Basilica…

Andronico, Giacomo

Maestro organaro

Attivo a Palermo nella seconda metà del XVIII sec.

Autore dell’organo a sinistra dell’altare maggiore; sopra la relativa tastiera, è tuttora visibile una pergamena che riporta la sua firma e la data d’ultimazione dei lavori, 1791.

OGGETTO

Pergamena per l’ultimazione dei lavori di costruzione dell’organo

AUTORE

Giacomo Andronico

EPOCA

1791 (ultimazione dei lavori)

COLLOCAZIONE NELLA BASILICA

Presbiterio – organo di sinistra

Campanella, Antonio

Fabbro, autore della cancellata in ferro battuto che corre lungo l’ingresso e la doppia rampa d’accesso alla cripta circolare, di fronte l’altare maggiore.

OGGETTO

Scala d’accesso con cippo in pietra

COLLOCAZIONE NELLA BASILICA

Cripta

Cascione, Giovan Battista

Conosciuto anche con le seguenti varianti del cognome: Cascione Vaccarini, Cascioni o Cassone
Palermo, 1729-1790/95.

Architetto, autore del prospetto principale, realizzato durante i lavori d’ampliamento del 1771, con la collaborazione di Antonio Interguglielmi e del conte Giovanni Filangeri.

Figlio di Giovan Battista, a sua volta architetto e pittore attivo nella prima metà del XVIII secolo, gli si attribuiscono numerose opere a Palermo, presso le dimore aristocratiche delle famiglie Valguarnera-Ganci, Celestri di Santa Croce e Giallongo di Fiumetorto (1771); a Bagheria, fu impegnato nei lavori di ultimazione di Villa Valguarnera (1785). All’inizio della sua carriera, collaborò con lo zio Giovan Battista Vaccarini (1702-1768), autore di notevoli edifici Barocchi in Sicilia, soprattutto a Catania, come la facciata della Cattedrale (1734), il Palazzo Senatorio (1732-50), il cortile del Collegio Cutelli (1754) e la Chiesa di Sant’Agata (1735-67).

OGGETTO

Prospetto principale della Basilica Soluntina

AUTORE

Conte Giovanni Filangeri (morto nel 1752)
Antonio Interguglielmi (Palermo, 1724 ca. – 1822)
Giovan Battista Cascioni (Palermo, 1729 – 1790/95)

EPOCA

Dal 1771 agli anni ’80 del ‘700

Clemente XIII

Papa dal 1758 al 1769.

Venezia, 1693 – Roma, 1769.

Il suo vero nome era Carlo della Torre di Rezzonico. Sotto il suo pontificato, venne per la prima volta consacrata la Basilica Soluntina, come spiegato in una lapide all’interno della Basilica. Le sue spoglie riposano nel famoso monumento marmoreo (1784-92) nella Basilica di San Pietro, capolavoro dell’arte funeraria neoclassica, opera di Antonio Canova (Possagno, Treviso, 1757 – Venezia, 1822).

OGGETTO

Lapide.

Coppola, monsignore Giuseppe

Vescovo di Lipari, celebrò la seconda consacrazione della Basilica il 24 Luglio del 1785, come riportato in una lapide, posta all’interno della Basilica.

OGGETTO

Lapide.

De Dominici, Gaetano

Arciprete di Santa Flavia e parroco della Basilica Soluntina dal 1806 al 1836, come si legge dalla scritta posta sulla parte inferiore del suo ritratto, fu anche Protonotario Apostolico, Abate titolare, Arciprete di Cefalá Diana, ecc…; nel dipinto, appare ritratto riccamente vestito con al collo una catena, dalla quale esibisce il pendente con il simbolo del triregno papale.

Per suo interessamento, nel 1805 furono ripresi i lavori per la costruzione della nuova chiesa della Madonna del Lume di Porticello, iniziati 5 anni prima per volere dei pescatori e interrotti per ragioni economiche.

Alla ripresa dei lavori, contribuirono anche la Regina Carolina e la principessa Antonia Joppolo in Filangeri. I lavori, si protrassero fino al 1808.

Come riporta la scritta nella parte inferiore del ritratto, morì il 24 Maggio 1836.

Di Stefano, Domenico

Scultore e intagliatore eseguì, a partire dal 1787, il baldacchino ligneo che sovrasta l’altare maggiore su disegni dell’architetto Antonio Interguglielmi.

Filangeri-Landolina, Cristoforo II Riccardo

Principe di Santa Flavia, conte di Suttafari e barone di Solanto

Autore dell’opera “Direttorio”, un’accurata descrizione della Basilica Soluntina sia da un punto di vista storico, architettonico ed artistico, che religioso, con la descrizione dei rituali da adottare per le liturgie che si celebravano all’interno del monumento e per tutto il territorio di Santa Flavia.

Il volume venne dato alle stampe nel 1794 a Roma, ed è custodito presso l’Archivio Parrocchiale.

Nel 1752, sposò la figlia di Baldassare Joppolo barone di Solanto e principe di Sant’Elia, Antonia: grazie a questa astuta politica coniugale, i Filangeri assunsero anche il titolo di Baroni di Solanto, riunendo sotto il loro potere anche l’intero territorio baronale solantino.

Come riporta la scritta nella parte inferiore del suo ritratto, morì il 9 Maggio 1807.

Cristoforo Riccardo Filangeri, “Direttorio Perpetuo per le Sagre Funzioni e Cerimonie da osservazioni nella ven. Parrocchiale Basilica di S. Anna di Solanto aggregata con speciale Privilegio alla Sagrosanta Basilica Lateranense”. In Roma MDCCXCIV presso i Lazzarini.

Filangeri, conte Giovanni

Architetto

Autore del prospetto principale, realizzato durante i lavori d’ampliamento del 1771, con la collaborazione di Giovan Battista Cascione e di Antonio Interguglielmi. Appartenente alla famiglia dei principi di Santa Flavia, lavorò nei cantieri avviati dal suo casato, dalla ristrutturazione del cinquecentesco palazzo di famiglia a Palermo, al civico 92 di via Maqueda, alla progettazione della scala a doppia tenaglia di villa San Marco a Santa Flavia. Probabilmente, potrebbe anche essere suo il progetto di Villa Filangeri, adiacente alla Basilica.

OGGETTO

Prospetto principale della Basilica Soluntina

AUTORE

Conte Giovanni Filangeri (morto nel 1752)
Antonio Interguglielmi (Palermo, 1724 ca. – 1822)
Giovan Battista Cascioni (Palermo, 1729 – 1790/95)

EPOCA

Dal 1771 agli anni ’80 del ‘700

Filangeri, monsignore Giuseppe

Nipote della contessa Damiana, per elezione di quest’ultima, diventò il secondo Beneficiale della chiesetta di Sant’Anna.

La contessa era la madre del primo Beneficiale, omonimo del successore, morto nell’Ottobre del 1704. Sembra che fu lui a provvedere per l’ingrandimento della chiesetta originaria, già esistente all’arrivo dei Filangeri, nel 1666.

Questa decisione venne senz’altro incoraggiata dalla nomina a “Prelato Domestico del Papa”, come riportato nella scritta posta sulla parte inferiore del dipinto.

I lavori, decisi dal conte Giovanni (suo fratello) e dal principe Pietro, vennero a costituire il nucleo a pianta centrale dell’attuale Basilica.

Come riportato nella scritta inferiore del suo ritratto, morì il 16 Gennaio 1761.

Filangeri, Pietro I

Conte di Suttafari

Nel 1666, in seguito alla decisione di stabilire in campagna la sede del suo casato, acquistò del terreno dal sacerdote e teologo don Giacomo La Mattina: in questo feudo esisteva già una piccola chiesetta, probabilmente consacrata fin d’allora, a Sant’Anna, sulle cui fondamenta nacque, più tardi, l’attuale Basilica.

Filangeri, Pietro II

V principe di Santa Flavia

Morto nel 1762

È possibile ammirarne il suo ritratto in altorilievo sul monumento funebre in marmo bianco, eseguito dallo scultore palermitano Ignazio Francesco Marabitti, su commissione del figlio Cristoforo Riccardo Filangeri, come citato dall’iscrizione latina sottostante.

Grimaldi, Carlo

Messinese, costruttore di strumenti musicali, collaborò col maestro Andronico alla costruzione dell’organo, in particolare per la realizzazione delle strumentazioni laterali: a sinistra per il cembalo e il mandolino, a destra per l’arpone.

Joppolo in Filangeri, Antonia

Principessa di Santa Flavia e Bagheria, e signora di Solanto

Figlia del barone di Solanto e principe di Sant’Elia, Baldassare, nel 1752 andò in sposa al principe di Santa Flavia e conte di Suttafari Cristoforo II Riccardo Filangeri-Landolina.

Grazie a questa astuta politica coniugale, i Filangeri assunsero anche il titolo di Baroni di Solanto, riunendo sotto il loro potere anche l’intero territorio baronale solantino.

Grazie alla principessa, nel 1805 furono ripresi i lavori per la costruzione della nuova chiesa della Madonna del Lume di Porticello, iniziati 5 anni prima per volere dei pescatori e interrotti per ragioni economiche.

Alla ripresa dei lavori, contribuirono anche la Regina Carolina e l’arciprete-parroco di Santa Flavia don Gaetano De Dominici. I lavori, si protrassero fino al 1808. Come riporta la scritta nella parte inferiore del quadro, che la ritrae in lutto vedovile, morì il 7 Maggio 1813.

Interguglielmi, Antonio

Architetto

Palermo, 1724 ca. -1822

Autore del prospetto principale della Basilica, realizzato durante i lavori di ampliamento del 1771, con la collaborazione di Giovan Battista Cascione e del conte Giovanni Filangeri, nonché ideatore del disegno progettuale del baldacchino ligneo che sovrasta l’altare maggiore, del 1787.

Lamattina o La Mattina, Don Giacomo

Sacerdote e teologo, era proprietario del terreno e della chiesetta, che sorgeva sul luogo dell’attuale Basilica, acquistati entrambi nel 1666 dal conte Pietro I Filangeri di Suttafari.

Con ogni probabilità, in prossimità della chiesetta doveva sorgere la sua abitazione, forse successivamente ampliata e trasformata in residenza dei principi Filangeri, attuale sede del Comune di Santa Flavia.

Marabitti, Ignazio Francesco

Scultore

Palermo, 6 Gennaio 1719 – Palermo, 9 Gennaio 1797

Esponente di maggior rilievo di una famiglia di artisti: il padre, Pietro, era un intagliatore di legno e restauratore di mosaici, attivo a Palermo durante i primi anni del sec. XVIII, mentre suo fratello maggiore, Lorenzo, era uno scultore che lavorò su disegni di Procopio Serpotta, figlio del più famoso Giacomo.
Marabitti, in un primo periodo si formò, probabilmente, presso la bottega del cognato di Giacomo Serpotta, Gioacchino Vitagliano (Palermo, 1669-1739).
Tra il 1740 ed il 1745 studiò a Roma, presso lo scultore fiorentino Filippo Della Valle (1697-1768), in quel tempo principe dell’Accademia di San Luca.

Il suo ritorno in Sicilia nel 1746, coincise con un calo della produzione dei Serpotta, e Marabitti stabilì, grazie all’apertura di una grande bottega a Palermo, nei pressi di piazza Sant’Onofrio, il suo primato nella scultura in marmo della Sicilia.
Circondato da numerosi allievi, realizzò moltissime opere che ebbero un grande successo, soprattutto tra aristocrazia e clero.
Il suo stile, vivace e fastoso, è accademico e forse poco innovativo, e presenta legami con le opere di Tommaso Righi (1727-1802), uno degli alunni di Della Valle.
Tuttavia, fedele alla sua formazione romana, introdusse in Sicilia una nuova tipologia di monumenti funebri ad altorilievo, veri e propri trionfi di putti, figure allegoriche e drappeggi, che rappresentarono una ventata di novità per la tradizione siciliana dell’epoca.
In linea con questa tipologia, Marabitti realizzò per la Basilica Soluntina il monumento funebre di Pietro II Filangeri V Principe di Santa Flavia, morto nel 1762.

Pellegrino, Antonio

Doratore, eseguì, nel 1787, la doratura con la tecnica della doratura “a foglia” dei particolari del baldacchino ligneo, che sovrasta l’altare maggiore.

Peluso, C.

Scultore, autore degli altorilievi marmorei del prospetto principale, che rappresentano due scene della vita di Sant’Anna: la Nascita di Maria e la Presentazione di Maria al Tempio.

Salpietra, Carmelo

Pittore

Corleone, seconda metà del XVIII secolo.

Negli ultimi decenni del ‘700, realizzò i quattro dipinti per i piccoli altari marmorei della navata ovale; le tele, rappresentano:

  • San Michele Arcangelo;
  • San Pietro con San Giuseppe, Sant’Antonio da Padova e Aronne;
  • Santa Teresa d’Avila con Sant’Agata, Santa Lucia, Santa Chiara e Sante Martiri;
  • San Lorenzo con San Giorgio e Santi Martiri, che riporta per intero la sua firma.
Sanseverino, Bartolomeo

Stuccatore e scultore

Attivo a Palermo dalla metà degli anni ’30 agli anni ’70 del XVIII sec.

Valente allievo dello stuccatore e scultore palermitano Giacomo Serpotta (Palermo, 1656-1732), eseguì le decorazioni a stucco di gran parte degli interni della Basilica, l’angelo reggi ombrello che sovrasta il pulpito ligneo e la coppia di altari in marmi policromi delle navate laterali.

Rispetto al suo grande maestro, genio della scultura Rococò a livello europeo, in queste sue opere appare già influenzato dal nascente stile Neoclassico.

Testa, monsignore Francesco

Arcivescovo di Monreale, celebrò la prima consacrazione della Basilica il 19 Giugno del 1763, come riportato in una lapide, posta all’interno della Basilica.

Valenza, Don Antonio

Il Filangeri, nel suo Direttorio, ci informa che fu autore de l’”Ordinario perpetuo.

Dato alle stampe nel 1781, riportava il numero e le caratteristiche delle reliquie che si conservavano nella cripta circolare della Basilica, custodite dentro varie Urne, Teche, e Reliquiari di differenti materiali e fattura.

Attualmente, le reliquie superstiti sono esposte in due vetrine a muro, una posta all’ingresso della Cappella dedicata a Sant’Anna, l’altra presso l’adiacente Sagrestia.