DIOCESI DI PALERMO
Palermo

Epoca

Palermo, capitale della Sicilia, in questi ultimi anni del ‘700 vive il suo periodo di maggior splendore culturale ed economico.
Aristocratici e congregazioni religiose fanno a gara per aggiudicarsi gli artisti più alla moda per la costruzione e decorazione delle loro sedi.

Accanto a nomi di pittori locali, come i palermitani Vito D’Anna e Gioacchino Martorana, troviamo nomi d’artisti provenienti da altre città d’Italia, come il romano Gaspare Fumagalli e addirittura “forestieri”, come nel caso del fiammingo Guglielmo Borremans.
Vantare opere di questi pittori, nelle proprie abitazioni per il nobile o templi della cristianità per i religiosi, significava manifestare all’osservatore la splendente magnificenza del finanziatore dei lavori.

Buona parte dei Palazzi nobiliari del centro storico, sorgono in seguito ad acquisizioni di edifici preesistenti e successivamente inglobati e uniformati nelle parti architettoniche e decorative, rifacendosi al “nuovo” stile.
A questa mania di “maquillage” stilistico, non sfuggono gli edifici di culto. L’ammodernamento strutturale e decorativo certamente più audace, riguardò la Cattedrale, ad opera dell’architetto Ferdinando Fuga.

Il fiorentino, nel 1767, sovrappone alle strutture normanne della Cattedrale un’ariosa cupola, fino ad allora assente, e stravolge il tessuto decorativo interno costituito, in prevalenza, di marmi mischi barocchi. Ma, con questi lavori, venne smembrato anche la tribuna marmorea dei Gagini, il grandioso retablo che divideva le navate della chiesa dal Presbiterio.

Ma, rispetto al secolo precedente, qualcosa è cambiato: il centro dal quale si diffondono le nuove tendenze non è più la Spagna col suo “siglo de oro” (secolo d’oro), bensì la Francia che, togliendole la posizione di rilievo, assumerà d’ora in poi il primato artistico europeo, dettando gusti non solo in campo artistico, ma musicale e mondano.